Gianni Ugolini festeggia 50 anni di carriera nella fotografia con Associazione Tumori Toscana che compie 20 anni!

Pochi giorni fa ho avuto il piacere di incontrare Gianni Ugolini, sicuramente un nome noto nella sua Firenze, non solo per la sua splendida carriera nel campo della fotografia, ma per numerosi altri motivi, legati al suo percorso di vita e professionale.

Venerdì 29 marzo ci sarà un evento importante, intitolato 50_20! Perché questo titolo?

50 perchè quest’anno festeggio 50 anni di carriera nella fotografia, per me un meraviglioso traguardo. 20 per festeggiare il ventennale di ATT – Associazione Tumori Toscana, realtà con la quale ho sempre collaborato. ATT dal 1999 sostiene attività di cure domiciliari oncologiche gratuite.

La mia crescita professionale è stata molto più di quanto potessi chiedere alla vita, quindi ho sempre sentito il dovere di “restituire qualcosa” a chi ha bisogno.

Per questo, già 10 anni fa, ho realizzato con ATT, per il loro decimo anniversario, un calendario di due anni, coinvolgendo 64 testimonial di vari settori, dallo spettacolo, allo sport, alla musica, tra cui Irene Grandi, Piero Pelù, Cesare Prandelli, Marco Masini, Cesare Bocci e molti altri. Questo calendario ha avuto un enorme successo e ne sono state vendute quasi 20.000 copie. Questo ha portato un bel contributo economico all’Associazione e io ne sono stato molto felice.

Durante l’evento verranno messe all’asta le 50 foto più belle scelte dalle nostre gallery online e il ricavato sarà devoluto all’ATT

Adesso a distanza di 10 anni abbiamo deciso di replicare con questo evento per il quale sono stato aiutato veramente da molte persone che devo ringraziare: prima di tutto ATT- Associazione Tumori Toscana, ma anche l’Assessore Wellfare Sara Funaro, che ha reso possibile l’uso del Tepidarium Roster.

Poi ho coinvolto un po’ di testimonial e di partner per tutti i vari aspetti dell’evento: La Progressiva che si è occupata della stampa delle fotografie, Chenter Chrome che si è occupata della selezione. Il maestro gelatiere Vetulio Bondi che ci porterà i suoi splendidi gelati. Lo chef Filippo Saporito, della Leggenda dei Frati, ci preparerà dei finger food molto interessanti. Ci sono molte altre persone che hanno collaborato, ora non sto a elencarle tutte, ma sono davvero grato per il riscontro avuto da amici, collaboratori, clienti e fornitori. Questo per me significa avere seminato bene in questi 50 anni di lavoro, altrimenti in una circostanza del genere probabilmente mi sarei ritrovato a dover fare tutto da solo!

L’inaugurazione sarà il 29 marzo, mio figlio Lorenzo H Ugolini si occuperà della musica durante la serata. Colgo l’occasione per ringraziare anche Laura Moretti che si è occupata di tutta la parte grafica, Giuliano Doccioli per il copywrinting e l’ufficio stampa, nelle persone di Nadia Fondelli e Roberta Capanni.

50 anni nel mondo della fotografia sono tanti. Ti va di parlare un po’ di questo percorso?

I primi anni del mio lavoro sono stati dedicati al Reportage. Ho vissuto in oriente per 3 anni, ma non da turista. Ero un fotoreporter. Andavo a soddisfare le esigenze dell’Agenzia, facendo le foto sugli argomenti che mi richiedevano. Vivevo tra la gente, fotografando le loro abitudini, le storie, i mezzi, i dettagli, i ritratti. Tutto questo l’ho portato con me anche dopo. Questo per me non significa vivere di ricordi però certe esperienze vissute tanti anni fa in un mondo che adesso è completamente cambiato, hanno sicuramente lasciato un segno. E in ogni caso tutto mi è stato utile anche nelle esperienze successive.

L’esperienza da fotoreporter ti è stata utile anche nella moda?

Certamente! Perché ho potuto portare nella moda quegli elementi fondamentali del reportage, che mi hanno permesso di emergere. Sono riuscito a portare velocità operativa, composizione ed esposizione immediata in un ambito che aveva regole completamente diverse. Fino ad allora le modelle erano fotografate come statuine negli studi fotografici. Il mio successo è stato immediato perché Io sono stato il primo a riportare lo street nella moda. La modella tra le macchine, gli autobus e i treni. Adesso è la normalità, ma io sono stato un innovatore 30 anni fa. Se vai a rivedere le mie foto più “antiche” trovi già questi elementi di grande attualità.

Ci sono campagne che ti sono piaciute particolarmente e che ti porti dentro ancora oggi?

E’ impossibile scegliere. C’è anche da dire che non è sempre tutta “farina del tuo sacco”. Le campagne fatte negli anni ‘80/’90 erano lavori di squadra in cui ero il regista ma eravamo team di 8 anche 10 persone e ognuno metteva del suo.

Ricordo con piacere una paio di campagne di Tocco Magico fatte una stagione a Fregene e un’altra a Cogne, due lavori straordinari in cui abbiamo avuto tutto l’entusiasmo di fare delle foto ancora in pellicola, fatte con tutti i crismi del servizio fotografico, in cui ognuno aveva il proprio settore da curare.

Tutte le altre campagne che ho fatto per me sono state importanti!

Da Emilio Pucci, a Champions, Arena, Roberto Cavalli, ne potrei nominare tantissime. Ho lavorato molto anche nella cosmetica per capelli: Wella, L’Oreal, Elgon… Poi la moda uomo: Gai Mattiolo, le sfilate, insomma un percorso vero e proprio durato 30 anni, che in qualche modo mi ha identificato come fotografo di moda.

Sicuramente ci sono lavori che a livello di prestigio svettano su altri, ma la mia passione è stata intensa sempre su ogni lavoro che ho fatto, anche il più piccolo.

Oggi ti dedichi molto anche al food. Altra tua passione. Come ci sei arrivato?

Le foto di food che faccio oggi derivano anche dalla mia esperienza nella moda. L’esperienza della luce, dell’immediatezza dell’immagine e del colore e il modo in cui ho lavorato su questi elementi, l’ho riportato nel food: un settore in cui non conta il fotoritocco. Se un piatto nasce male dalla cucina fai prima a buttarlo via. L’immediatezza perché non ci puoi mettere un’ora a fotografare un piatto.

Il colore lo devi vedere immediatamente, ci deve essere fiducia e collaborazione tra chef e fotografo.

Quando si trova la giusta sinergia i risultati si vedono. Credo che certi risultati siano riconoscibili nelle foto che ho fatto per Enoteca Pinchiorri, per Filippo Saporito, Per Gaetano Trovato del Ristorante Arnolfo di Colle Val d’Elsa, o per Simone Cipriani di Essenziale.

Quale è il filo conduttore che ti ha sempre guidato, in tutti i settori per i quali hai lavorato?

Il mio lavoro, in tutte le sue evoluzioni negli anni, dal Reportage alla Moda e al Food è sempre stato guidato dalla luce! Sono conosciuto come un fotografo che ha messo al primo posto rispetto a tutta la parte tecnica l’aspetto della luce come guida.

Non si smette mai di crescere. Oggi come si sta evolvendo il tuo lavoro?

Le tecniche e le abitudini fotografiche cambiano, quindi bisogna adeguarsi, bisogna sempre essere attuali e mettersi in gioco. Seguire le tendenze e interpretarle in modo originale e al passo con i tempi. Io mi relaziono spessissimo con i giovani fotografi emergenti e guardo molto il loro lavoro che è caratterizzato da un’operatività nuova e diversa dagli approcci dei periodi passati.

Stiamo vivendo un’era in cui il Digitale la fa da padrone. Come impatta questo sul tuo lavoro?

In questa epoca di Social Network si sta vivendo un po’ un inferno, perché purtroppo la semiotica e il significato dell’immagine non sono tenuti troppo in considerazione. I parametri che fino a 15 anni fa era fondamentale usare, sono scomparsi in favore di due fattori: la velocità operativa e il costo. Ci stiamo avvicinando a un mondo legato all’immagine che sta perdendo sempre di più quei parametri culturali importanti per la lettura dell’immagine stessa. Oggi c’è un modo più immediato di fare foto, di usare e di rivolgersi agli altri anche con le immagini.

Non vedo l’ora di partecipare all’evento 50 20! Continuate a seguirci anche su Facebook e vi faremo vedere com’è andata!

Seguire le proprie passioni e attitudini può regalare grandi soddisfazioni, specialmente se si riesce a legare l’aspetto del lavoro anche ad uno spirito collaborativo e alla voglia di donare qualcosa agli altri. Credo che esperienze come questa ne siano la testimonianza perfetta. Un grandissimo ringraziamento a Gianni Ugolini per il tempo che mi ha dedicato!

di Serena Galletti

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